Il lavoro rappresenta indubbiamente una delle attività più importanti nella vita di ogni persona, poiché il mezzo tramite il quale crearsi uno stato sociale, portare a casa degli introiti economici e affermare anche se stessi, tuttavia, in alcuni casi può nascere una vera e propria dipendenza dal lavoro, conosciuta come workaholism, che rappresenta un problema spesso sottovalutato.
Quando una persona mette impegno e passione nel proprio lavoro e passa molte ore della sua giornata a portare a casa gli obiettivi prefissati, dedicando anima e corpo a ciò che sta facendo, è sicuramente meritevole di lode ma, in alcuni casi questo forte impegno può sfociare in un comportamento patologico.
Il workaholism è una dipendenza dal lavoro, caratterizzata da un’ossessione compulsiva per il lavoro e una dedizione eccessiva ad esso che, nella maggior parte dei casi, si sviluppa in un contesto socioculturale dove si dà molta importanza al successo professionale e alla produttività.
Non a caso, uno dei primi paesi a riconoscere ufficialmente il concetto di “Karoshi” è stato il Giappone, dove il workaholism ha assunto dimensioni estreme, come la morte.
Insomma, specialmente per gli imprenditori e i manager, è fondamentale comprendere quali sono i rischi associati a questa dipendenza da lavoro e adottare misure preventive. Tuttavia, saper riconoscere i segni della sindrome da troppo lavoro è essenziale per tutti, in modo da anticipare e prevenire questo disturbo ossessivo compulsivo.
Vediamo, quindi, cos’è esattamente il workaholism, quali sono le cause e i fattori di rischio e quali sono gli effetti che si manifestano nelle persone ossessionate dal lavoro.
Nella nostra società quando una persona si impegna fortemente nel lavoro o dedica praticamente la maggior parte del suo tempo alle attività lavorative viene additato con tanti aggettivi, che perlopiù hanno a che fare con accezioni positive.
Negli ultimi anni, tuttavia, è stato segnato un confine tra la dedizione al lavoro normale e quella patologica, riassunta con il termine workaholism.
Questa parola, che rappresenta l’unione dei termini “work” e “alcoholism” è stata coniata dalla scrittrice americana J.C Oates e sta ad indicare colui che è ossessionato dal lavoro, tanto da arrivare a sviluppare una vera e propria dipendenza.
In effetti, i sintomi del workaholism o dipendenza dal lavoro possono variare da individuo a individuo, ma presentano alcune caratteristiche in comune che possono aiutare a riconoscerlo. I workaholic, spesso, dedicano al lavoro la maggior parte del loro tempo e delle loro energie, mettendo in secondo piano gli altri aspetti della loro vita come il tempo libero, le relazioni affettive personali e la cura di sé stessi.
Inoltre, possono manifestare ansia costante e senso di colpa se non sono impegnati in attività lavorative, tendono a lavorare anche quando non è necessario, rimanendo attaccati al lavoro anche al di fuori dell’orario “d’ufficio” e durante le vacanze, generando quindi dipendenza da esso.
Questo comportamento può portare alla diminuzione della qualità della vita, a problemi di salute fisica e mentale e alla progressiva disconnessione dagli altri ambiti dell’esistenza e della società.
Non esiste una singola causa che porta allo sviluppo della dipendenza dal lavoro, bensì il workaholism può derivare da una combinazione di fattori personali, sociali e ambientali.
Questa dipendenza non è semplicemente il risultato di un’elevata produttività o ambizione lavorativa, è un vero e proprio disturbo che può avere gravi implicazioni sulla salute e sulla qualità della vita.
Tra le cause e i fattori di rischio più comuni che è bene considerare quando si parla di workaholism troviamo:
Infine, non bisogna sottovalutare quelle che sono le abitudini e i modelli di lavoro disfunzionali poiché, alcuni modelli di lavoro inefficaci o abitudini come ad esempio la procrastinazione, la mancanza di organizzazione o la difficoltà a delegare, possono contribuire alla dipendenza da lavoro, portando ad un accumulo di compiti e responsabilità, che di fatto spingono le persone verso il workaholism.
Come detto, il workaholism può avere conseguenze significative sulla salute e sul benessere delle persone coinvolte. L’eccessiva dedizione al lavoro può influenzare profondamente diversi aspetti della vita, dallo stato mentale ed emotivo, alla sfera interpersonale.
Un fenomeno che si manifesta comunemente è quello chiamato “effetto nocebo”, ovvero lo sviluppo di un’aspettativa negativa o una credenza sulla salute o sul benessere che influisce negativamente sui risultati senza nessuna base medica oggettiva.
In altre parole, un workaolico può sviluppare convinzioni limitanti come: “lavorare senza sosta è l’unico modo per essere considerata/o un elemento valido” oppure “prendersi del tempo libero influisce negativamente sul lavoro”.
Il comportamento più comune nel workaholism è proprio attribuire successo e fallimenti lavorativi al comportamento ossessivo verso la carriera.
Ad esempio, se un progetto va bene, i “malati di lavoro” potrebbero ritenere che sia stato grazie all’impegno eccessivo, anche se altri fattori hanno contribuito al successo. Al contrario, di fronte ad un insuccesso, potrebbero colpevolizzarsi, attribuendo al fatto di non aver lavorato abbastanza duramente.
Per concludere, il lavoro diventa un’ossessione nociva nel momento in cui queste dinamiche scatenano una serie di conseguenze che hanno un impatto negativo e rilevante sulla vita delle persone e sul loro equilibrio complessivo.
Noi di SEOM ti possiamo fornire una consulenza professionale per i servizi digitali e l’elaborazione di una strategia di comunicazione. Contattaci e ti aiuteremo a valorizzare la tua azienda. Scrivici ad info@seom.online oppure compila il forum qui.
Seguici per altre info… sempre su www.seom.online