Alle fondamenta del mondo digitale, esiste una fitta rete globale di informazioni e segnali che, comunemente, è chiamata Internet. Dallo studio, alla ricerca di informazioni, fino al lavoro, internet è ormai il principale strumento con cui il mondo comunica ed evolve.
Vuoi sapere di più sulla Storia del digitale – La nascita di internet? Ecco tutto ciò che devi sapere.
Nonostante siano passati più di 35 anni da quando per la prima volta in Italia fu inviato il primo segnale di connessione, non tutti conoscono la storia della nascita di questa rete di connessione globale e come si è evoluta negli anni.
Per i nati ad inizio del nuovo secolo immaginare un mondo senza avere un accesso internet in tasca potrebbe sembrare preistoria ma la “globalizzazione di internet” non è stata così rapida e semplice come potrebbe sembrare.
Era il 30 aprile del 1986 quando l’Italia per la prima volta si è collegata alla rete internet, con il primo segnale partito dalla città di Pisa, in Toscana, e giunto al Roaring Creek in Pennsylvania, attraverso i satelliti del Telespazio in Abruzzo.
Sebbene possa sembrare uno di quegli eventi destinati ad accadere, prima o poi, non fu affatto così, per due motivi: prima di tutto Internet era una rete “giovane” che collegava solo centri di supercomputer tra i vari stati americani e, in secondo luogo, in Italia esistevano già reti interne che collegavano aziende ed università.
In pratica esisteva una vera e propria battaglia tra università, centri di ricerca e organizzazioni scientifiche per affermare la supremazia dei propri protocolli. Battaglia che naturalmente infuriava soprattutto tra Europa e Stati Uniti d’America che cercavano una supremazia sulle reti digitali.
Il progetto di una rete che mettesse in connessione i supercalcolatori dei vari centri di ricerca americani è nato dalla volontà del generale Dwight Eisenhower, conosciuto dalla storia poiché guidò lo sbarco in Normandia. Questo progetto venne sviluppato dall’Arpa (Advanced Research Project Agency) che, nel 1969 diede i natali ad Arpanet.
Questa rete lavorava tramite protocolli che sono in funzione ancora oggi ma non si trattava dell’unica rete disponibile per la connessione dei “computer” e fu solo più tardi, nel 1983, quando il protocollo TCP/IP divenne lo standard di comunicazione che la rete iniziò a chiamarsi Internet.
Il passaggio fondamentale per far si che Arpanet diventasse la rete più utilizzata al mondo avvenne circa 10 anni prima, nel 1973, quando due ingegneri, Vinton Cerf e Bob Kahn definirono le regole del protocollo TCP/IP che permetteva il trasporto dei dati su reti eterogenee grazie agli Interface Message Processor (Imp), ossia gli odierni router.
In questo modo sempre più università e centri di ricerca riuscirono a collegarsi attraverso una rete unica che permetteva lo scambio di dati.
Abbiamo detto come Internet sia nata all’interno dei progetti dell’Arpa (oggi DARPA) nel 1969. I primi due computer ad essere collegati furono quello dell’UCLA e l’altro che si trovava allo Stanford Research Institute, in pratica i primi due nodi di quella che diventerà una rete capace di unire tutto il mondo.
Nello stesso anno si aggiunsero a questo network anche altre 2 università, fino ad arrivare a 60 computer verso metà degli anni 70. Arpanet, però, presenta un enorme difetto: non è una rete mobile.
Attraverso uno sforzo di immaginazione dobbiamo pensare alla grandezza dei computer degli anni ’70, enormi rispetto agli standard odierni, e di come questi comunicassero solo tramite linee fisse.
Ovviamente tutto ciò non rappresentava un problema per le università ma, considerando che il progetto era nato nella pancia di un’agenzia della Difesa, le ricerche erano mirate sulle applicazioni militari che questa rete neonata avrebbe potuto offrire.
Il sogno della Darpa era quello di un esercito collegato in rete che poteva sfruttare tutto il suo potere informatico a chilometri e chilometri di distanza.
Per rendere questo sogno possibile occorrevano 2 cose: una rete wireless in grado di trasmettere i dati tra i vari punti nodali, via radio o via satellite e connettere questi network direttamente ad Arpanet. Questo collegamento tra diversi network veniva chiamato internetworking.
Per connettere tutti i vari network tra di loro si intuì il bisogno di fornire ai sistemi un unico linguaggio informatico: il già citato protocollo TCP/IP, in uso ancora oggi.
Fu proprio la transizione verso questo protocollo ad accelerare la diffusione della promettente tecnologia di internetworking.
Internet, o Arpanet, rappresentava l’infrastruttura di base, ovvero le fondamenta dove la rete era completa e messa online. Dovevano, però, ancora nascere molti dei servizi che l’avrebbero resa la rete globale che conosciamo oggi. Il passaggio cruciale di tutto ciò lo possiamo riassumere nella creazione del protocollo di trasferimento ipertestuale: HTTP.
Molto spesso le persone credono che internet e Word wide web siano la stessa cosa. Niente di più lontano dalla verità. Come abbiamo detto, internet è la base dell’infrastruttura mentre, il web, è l’ambiente in cui navighiamo, utilizzando un browser e sfruttando i vari indirizzi url e link.
Ma da dove nasce il word wide web?
A progettare tutto ciò è stato uno scienziato del Cern di Ginevra, Tim Berners-Lee, che immaginò un sistema di documenti interconnessi che avrebbero contenuto una serie di link per passare da uno all’altro, aprendo il potenziale di internet a chiunque fosse dotato di un computer e di un software browser.
Nel giro di un anno Berners-Lee mise per iscritto che le tre tecnologie che sono alla base del web: HTML, ossia il linguaggio per la formattazione e l’impaginazione di documenti ipertestuali, la URL, l’indirizzo unico che permette di identificare ogni singola risorsa in rete e il protocollo HTTP.
Tutto questo rappresenta la nascita del word wide web e, il 6 agosto 1991, apparve online il primo sito internet della storia, progettato proprio da Berners-Lee.
Tuttavia, a quel tempo le uniche persone a possedere gli strumenti per navigare la neonata rete erano solo gli scienziati del Cern. Fu nel 1993, quando venne rilasciato il software per il browser Mosaic, che la rete web si diffuse al di fuori del mondo della ricerca.
In questo modo il web si apri al mondo ma, non era ancora completo. Infatti, il suo inventore realizzò che il vero potenziale di questa nuova tecnologia poteva essere espresso solo se fosse stata gratuita e accessibile a tutti.
La scelta di dare vita ad un open web, slegato da logiche commerciali, ne ha cambiato, probabilmente, l’intera storia, permettendo l’accesso a tutti e consentendo quell’ondata di innovazione che ha reso la rete uno strumento universale.
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