Click Through Rate – Misurare la pubblicità

11 Ottobre 2023

Le campagne pubblicitarie del digital marketing sono un complesso meccanismo che prevede vari step, dalla scelta della strategia, alla stesura del piano editoriale, fino ai canali di diffusione ma, una volta che questa viene messa online, è necessario valutare la sua efficacia, attraverso quello che viene definito click through rate (CTR).

Questo termine può essere definito come una misura dell’efficacia della comunicazione pubblicitaria e, più precisamente, indica la percentuale di click generati da un annuncio rispetto alle visualizzazioni totali.

Dunque, si tratta di un rapporto percentuale rispetto al numero di persone che hanno compiuto l’azione desiderata, rispetto a tutte quelle che globalmente hanno visto l’annuncio.

Nel campo del digital marketing è una delle metriche più importanti per misurare il successo di una campagna pubblicitaria online poiché, come è facile intuire, un click through rate elevato indica una maggiore efficacia del messaggio promozionale.

In questo modo, è possibile valutare l’efficacia di un advertising, la sua copertura “mediatica”, ed eventualmente apporre correzioni per migliorare la campagna.

Vediamo, dunque, cos’è il click through rate, come si applica all’interno del marketing, come misurarlo e quali sono gli indicatori più importanti su cui fare riferimento.

Cos’è e a cosa serve il Click Through Rate

Come anticipato, il CTR e l’acronimo di e può essere tradotto come “tasso di clic sul link” o “percentuale di clic”, ed indica la percentuale di click che un banner o un link ricevono, portando l’utente su una landing page, rispetto alle visualizzazioni totali di quell’annuncio.

Si tratta di un valore numerico percentuale indispensabile per la valutazione delle campagne pubblicitarie online che permette ai marketer di misurare l’efficacia di un annuncio ed eventualmente a proporre modifiche nel caso questo non stia dando i risultati sperati.

Insomma, un buon CTR è indispensabile per la buona riuscita di un funnel di vendita strategico studiato a priori, e più si riesce ad ottenere un click through rate alto, più è possibile allargare il top of the funnel, ovvero il momento in cui gli utenti conoscono il sito, il servizio e i prodotti offerti da un’azienda, momento che coincide con la fase di awareness.

Questo valore è influenzato da diversi fattori ma, uno dei vettori più efficaci per incrementare la forza dell’annuncio e la creatività, sìa attraverso un copy ben strutturato, sia attraverso le immagini.

L’immagine scelta è importante deve essere correlata all’annuncio perché può aiutare l’utente a capire con molta immediatezza di cosa si tratta, senza inganni e senza fraintendimenti.

Tuttavia, un altro elemento da considerare per la campagna e per ottenere un buon click through rate è sicuramente il target di riferimento. Targettizzare gli utenti e capire come questi si comportano nella loro routine quotidiana è indispensabile per sviluppare un annuncio che sia molto vicino ai loro desideri o alle loro necessità.

Calcolare il CTR e valori di riferimento

Calcolare il click through rate è un’operazione piuttosto semplice: bisogna, infatti, dividere il numero di click ricevuti per il numero di visualizzazioni e moltiplicare per 100. Ad esempio, se un annuncio è stato visualizzato 100 volte e ha ricevuto 1 solo click da parte di un utente il CTR è pari all’1%.

Se il calcolo del CTR porta ad un valore basso, significa che l’annuncio analizzato è stato visualizzato molte volte, senza però generare nell’utente il desiderio la necessità di compiere l’azione desiderata.

È importante quindi capire quando un click through rate può essere considerato un “buon” CTR, in modo da poter intervenire in caso di risultati deludenti.

Comprendere nel dettaglio il significato di CTR permette anche di capire quando questo valore si può interpretare come positivo. La domanda da porsi infatti è questa: quando il click through rate può considerarsi buono?

Più facile a dirsi che a farsi! Rispondere a questa domanda non è un’impresa facile, perché non esiste una risposta univoca e certa, a causa dei diversi fattori che incidono sul CTR, a partire dalla tipologia di campagna utilizzata, fino ad arrivare alla piattaforma pubblicitaria utilizzata, passando per il target, i competitor e il proprio settore di riferimento.

Il consiglio generale, quindi, è quello di fare riferimento ai benchmark di mercato relativi al settore di appartenenza.

Errori frequenti nel calcolo del Clik Through Rate

Come detto in precedenza, il clik through rate è un indice fondamentale per valutare l’efficacia delle campagne di marketing online e deve essere calcolato alla perfezione, in modo da avere un risultato chiarificatore, che incide sulla strategia pubblicitaria.

Ovviamente, non si tratta solo di leggere un numero percentuale poiché questo valore deve essere interpretato in base a tutti quei fattori che abbiamo già visto. Tuttavia, onde evitare che questo risultato venga influenzato da errori di calcolo è necessario prestare attenzione a tutte le variabili in gioco.

Vediamo, allora, quali sono gli errori più frequenti nel calcolo del click through rate:

  • Mancanza di chiarezza nel conteggio: è necessario evitare di contare altre azioni come il caricamento di una pagina o le visualizzazioni senza clic;
  • Calcolo impreciso delle visualizzazioni: spesso sono proprio i dati di partenza ad essere sbagliati per cui, assicurarsi di avere dati precisi sul numero totale delle visualizzazioni;
  • Non considerare il tempo: ignorare il periodo in cui è avvenuto il clic può portare a una valutazione distorta. Ad esempio, un annuncio visualizzato per un lungo periodo potrebbe ricevere più click nel tempo rispetto ad uno visualizzato solo brevemente;
  • Omettere i dati del target: non tenere conto del target di riferimento portare a una valutazione sbagliata del CTR. È importante, infatti, analizzare il click through rate in base al pubblico specifico a cui è destinata la campagna;
  • Posizione del link e del contesto: non tenere conto di questi due fattori può portare ad interpretazioni sbagliate;
  • Non monitorare la stagionalità: il CTR può variare notevolmente in base al periodo dell’anno agli eventi in corso;
  • Non effettuare test A/B: ciò non testare diverse varianti di annunci e approcci di marketing può impedire di scoprire quale strategia funziona meglio, ed avere valori di riferimento.

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